Edito da Skira e curato da Luca Molinari e Anja Visini, il volume “Strutture complesse libero pensiero” (Isbn 885723562) in 272 pagine tratteggia l’esperienza, il sapere e il lavoro svolto negli ultimi due decenni da Redesco (Research-Design-Consulting) società specializzata in ingegneria strutturale, fondata nel 1975 a Milano.
In particolare, l’attenzione è concentrata su due grandi progetti italiani: la Torre Generali a Milano di Zaha Hadid Architects e la nuova sede della Direzione Generale di BNL Gruppo BNP Paribas a Roma (già presentata nella rubrica Architettura in questo articolo); raccontare quale pensiero ispira chi ne studia le strutture, spesso invisibili, che danno vita ad edifici che hanno cambiato lo skyline delle città, quali siano state le riflessioni sul progetto e quali sulla professione.
“Non si può non spiegare cosa significhi veramente costruire degli edifici – precisa Mauro Eugenio Giuliani, direttore tecnico di Redesco – oggi non si racconta più il nostro mestiere e penso che non comprendere l’intensità del lavoro, la creatività, la competenza e anche la passione necessaria per arrivare a un edificio o una infrastruttura costruita, sia un impoverimento, non solo della nostra filiera e della professione, ma in generale della società. Siamo quello che facciamo. Viviamo una professione che coniuga concretezza e immaginazione, che crea valore attraverso la profondità della conoscenza e il coraggio dell’invenzione”.
Nel volume, ricco di immagini fotografiche di cantiere, disegni e schemi, viene analizzato il rapporto tra ingegneria e architettura, sottolineando l’autonomia dei due saperi e la possibilità di una “convivenza” pacifica. Una relazione nella quale la conoscenza dei fenomeni e lo sviluppo in dettaglio rivestono un ruolo fondamentale, soprattutto in una contemporaneità segnata anche dall’incremento delle possibilità d’indagine attraverso i software.
Il testo si completa con scritti teorici, saggi, conversazioni, appunti e un regesto di altre opere che invitano il lettore a riflettere sulla relazione tra atto creativo e metodologia progettuale, evidenziando il ruolo e la responsabilità del progettista.
di Danilo Premoli – Office Observer