Sono 500 in Lombardia su oltre 4mila in Italia le strutture di nuova residenzialità, specializzate per anziani e studenti universitari e chi gli gira attorno, con una crescita a tre cifre in dieci anni. In questo contesto Milano è la prima città a livello nazionale, con 123 strutture, con un balzo del 105% in cinque anni per le residenze dedicate agli studenti e del 42% delle residenze per anziani.
I dati sono emersi durante la presentazione dell’Osservatorio Meglio Milano, dedicato alla città lombarda, che ha offerto uno spaccato economico e sociale interessante e in netto miglioramento, come business, anche immobiliare, ma soprattutto come qualità della vita, del capoluogo lombardo.
“Il business immobiliare si specializza – ha spiegato Beatrice Zanolini, direttore di Fimaa Milano Monza e Brianza e intervenuta durante i lavori in qualità di presidente del Comitato tecnico dell’Osservatorio – e va sempre più incontro ai bisogni sociali. Nel territorio milanese e lombardo, per la forte presenza universitaria il dato dello student housing è particolarmente significativo. Anche gli anziani hanno in regione strutture dedicate con assistenza”.
Altro punto di forza del territorio milanese è la capacità di attrarre società provenienti da ogni parte del mondo. Sono 251 le multinazionali che operano nell’area meneghina e che investono in immobili. Si tratta di un business da 3 miliardi all’anno.
“La presenza internazionale sui nostri tre territori – Milano, Monza Brianza e Lodi – si manifesta in un settore rilevante come quello immobiliare in cui c’è la necessità di ingenti investimenti e i capitali internazionali possono fare la differenza nei progetti ha spiegato Zanolini – E’ importante legare l’interesse economico a investire con le necessità del territorio di una migliore vivibilità”.
Più in generale, secondo l’Osservatorio, l’Indicatore generale di Qualità della Vita è aumentato di 1,4 punti. La città migliora trainata da terziario (+6 punti) e lavoro (+5 punti) che si muovono con passo accelerato. Bene l’area innovazione e competitività, +13 punti, inserita quest’anno nell’indagine per raccontare la capacità della città di sviluppare nuovi processi e attrarre e esportare investimenti.
In leggero peggioramento l’area civile, soprattutto per effetto della cultura: dopo i forti investimenti del 2015 si riducono gli indicatori di spesa (investiti 2 milioni in meno del 2016) ma, seppur in leggero calo, rimane elevato il numero di mostre effettuate. Più basso il numero di visitatori ai Musei civici milanesi (-6%) così come la percentuale di residenti che acquistano libri (per la prima volta si scende sotto i 60 libri ogni 100 residenti) e quotidiani (meno di 5 ogni 100 residenti). L’area sociale chiude in sostanziale pareggio.
Infine, dal punto di vista demografico, la popolazione cresce di 12.285 unità e arriva a 1.380.873 residenti. Positivo il saldo migratorio, ovvero il confronto tra nuovi arrivati e coloro che scelgono di lasciare la città: salgono i nuovi residenti (oltre 50.000 nel 2017, quasi 7.000 in più del 2016) e scendono gli emigrati (33.200 nel 2017, 2800 in meno rispetto all’anno precedente).