Con il sesto rialzo dei tassi da parte della Bce di+50 bps, la rata per un mutuo variabile da 140mila euro a 20 anni passerà da 794 euro a 840 euro (+5,8%), e per 250mila euro a 30 anni da 1.139 euro a 1.211 euro (+6,3%).
Lo definisce Mutuionline.it, che nell’analisi del comparto sottolinea come siano in forte aumento le richieste di mutui a tasso fisso (80,3% del mix) e continuino a calare gli importi medi richiesti
Sesto rialzo dei tassi, cosa aspettarsi per i prossimi mesi
Ripristinare la stabilità dei prezzi: queste le parole usate da Christine Lagarde per giustificare il sesto aumento di 50 punti base sul costo dei depositi.
Rispetto al primo rialzo della Bce a luglio 2022 si registra una crescita di +267 bps sull’Euribor a 1 mese e di +259 bps sull’Euribor a 3 mesi. Molto più contenuti gli incrementi del tasso di riferimento dei mutui fissi: rispetto a luglio 2022 l’Irs a 10 anni è salito di 100 bps, a 20 anni di 70 bps e a 30 anni di 62 bps.
Secondo Mutuionline.it, in questo momento il fisso è una scelta più sicura, soprattutto considerando che la forbice tra fisso e variabile è sempre più sottile: la differenza a febbraio è di 11 bps a favore del variabile sulla migliore offerta (2,88% vs 2,99%) e di soli 6 bps sull’offerta media (3,58% vs 3,52%).
Come cambia la rata di un mutuo a tasso variabile
MutuiOnline.it ha analizzato gli impatti sulle rate di un mutuo a tasso variabile in seguito a questo nuovo rialzo di 50bps sul costo del denaro. Rispetto a febbraio dello scorso anno la rata di un mutuo variabile, da 140 k€ a 20 anni è aumentata, fino a questo momento, del 25,3% (da 625 euro a 783 uro), e per un mutuo da 250 k€ a 30 anni è cresciuta del 43,7% (da 793 euro a 1.139 euro). Con l’ulteriore aumento la rata a 20 anni toccherà quota 819 euro e a 30 anni 1.212 euro, con un ulteriore aumento della rata rispettivamente del 4,6% e del 6,4% rispetto ad oggi.
Con l’aumento la rata pesa il 30% del reddito mensile
In merito alla valutazione dell’impatto dell’aumento delle rate sul reddito medio di una famiglia italiana, pari a 33.000 euro netti all’anno: se a febbraio 2022 la rata del mutuo a 20 anni pesava il 22% del reddito mensile, con l’aumento raggiungerà il 30% del reddito mensile. Ancora più alto l’aumento della rata del mutuo a 30 anni, che passa dal 20% al 40% del reddito mensile.
Alessio Santarelli, direttore generale della divisione broking di gruppo MutuiOnline e ad di MutuiOnline S.p.a., dichiara: “Nel contesto attuale con i tassi fissi allo stesso livello dei variabili continuiamo a vedere un forte interesse verso le richieste di surroga, che sono aumentate a partire dall’ultimo trimestre 2022 e che per l’85% sono da tasso variabile a tasso fisso. Oggi il fisso è una scelta ovvia sia per i nuovi mutuatari, sia per chi vuole mettersi al riparo dal continuo aumento delle rate. La Legge di Bilancio ha reintrodotto anche la possibilità di trasformare i mutui a tasso variabili in tasso fisso con la propria banca, a delle condizioni prestabilite. Questa norma però non sembra decollare: gli istituiti di credito ci dicono che stanno ricevendo molte richieste di informazioni ma poche richieste effettive, forse perché i clienti non rispettano i requisiti previsti (mutuo iniziale sotto i 200 mila euro, ISEE sotto i 35 mila euro e nessuna insolvenza o ritardo nei pagamenti) o forse perché l’offerta disegnata con i criteri del decreto non è competitiva in quanto i mutuatari devono trasferire le condizioni di spread di mutui a tasso variabile contratti quando gli Euribor erano negativi a mutui a tasso fisso, condizioni spesso meno competitive rispetto a quanto si trova oggi sul mercato con una normale surroga. Per tutti questi clienti le surroghe sono sicuramente un’opzione da considerare”.
Calano gli importi medi richiesti
I primi due mesi del 2023 sono caratterizzati da un ritorno delle richieste a tasso fisso, grazie allo spread ridotto con il variabile, che ora rappresentano l’80,3% del mix (+34,3% rispetto al quarto trimestre 2022).
Calano gli importi medi richiesti che ora si attestano sui 130.691 euro, oltre 10.000 euro in meno rispetto al pari periodo dello scorso anno. Rimane molto alto per il terzo trimestre di fila il reddito medio dei richiedenti, pari a 2.760 euro, ben 540 euro in più rispetto al pari periodo dello scorso anno. Infine, si nota un leggero incremento del 9,5% delle richieste di under 36, grazie all’estensione della normativa sui mutui giovani, che però non sta avendo lo stesso effetto che ebbe a maggio 2021 probabilmente a causa del differente contesto economico.