mercoledì, Aprile 24, 2024

Da un concorso la nuova vita del rifugio alpino Guido Corsi

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Nel dicembre 2017 una tromba d’aria ha divelto e asportato la copertura della falda sud del tetto e danneggiato gli spazi interni, successivamente messi in sicurezza e parzialmente bonificati, del rifugio “Guido Corsi” nel Comune di Tarvisio (UD). La Società Alpina delle Giulie ha in seguito promosso un concorso per la ristrutturazione: non era escluso nessun tipo di intervento dal mantenimento parziale alla completa demolizione e ricostruzione.

E’ risultato vincitore il progetto firmato congiuntamente dai due studi Colombo/Molteni Larchs Architettura (con Alessandro Gaffuri) + Baserga e Mozzetti Architetti con la seguente motivazione della Giuria: “Il progetto propone una struttura compatta e funzionale. La riconfigurazione complessiva dell’edificio con un carattere contemporaneo mette in evidenza al suo interno gli elementi che costituiscono la memoria storica del rifugio Corsi. La composizione del nuovo rifugio riesce a contrapporre la grande apertura degli spazi comuni al piano terra con una sequenza di finestre di limitate dimensioni corrispondenti alle singole stanze dei piani superiori. La copertura a falda e la monomatericità del rivestimento trasmettono un senso di robustezza e di protezione. Infine il lucernario, posto nel punto più alto del tetto, assolve il ruolo di segnale che in particolari condizioni atmosferiche può essere rilevante”.

Il rifugio è costituito da due nuclei, il primo del 1923, costruito in parte con le pietre delle trincee della Prima Guerra Mondiale e riconoscibile allo stato attuale in due locali al piano terra; il secondo del 1970, in ampliamento del primo nucleo, è quello maggiormente danneggiato. Il progetto di ristrutturazione parte dalla massa e dalla materia dell’edificio già presente, non in senso storicista ma da un punto di vista materico e costruttivo: la pietra delle trincee e le murature esistenti diventano i segni presenti di una storia in divenire.

Il nuovo edificio, completamente rivestito, rame sulle facciate e zinco titanio in copertura, mostra un’immagine apparentemente nuova dell’ampliamento, che rimane legato al rifugio attuale proprio nella densità materica e nella presenza della massa fisica del nuovo volume, dimensionalmente comparabile all’esistente. Il progetto propone quindi una soluzione compatta, semplice e chiara; la conformazione dinamica permette un naturale inserimento nel profilo della montagna integrando l’edificio al contesto.

All’interno il nuovo involucro rivela un ambiente morbido, caldo e accogliente; un grande camino, che è al tempo stesso lucernario, completa la sagoma dell’edificio e diviene luminosa lanterna nelle ore più buie. Nessuna citazione, ma la logica consapevolezza della storia passata che diventa espressione di continuità in un processo di profondo rinnovamento.

di Danilo Premoli – Office Observer
 

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