venerdì, Aprile 26, 2024

Digitalizzare la sostenibilità: ecosistemi BIM per l’ecosistema

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La pausa forzata imposta dalla pandemia globale ha concesso il tempo di riflettere in modo più organico sul nostro modello economico e sull’importanza strategica della sostenibilità portando, dal piano tecnico degli addetti ai lavori al grande pubblico, importanti questioni come il Green Deal o gli investimenti Esg. Questo è dimostrabile attraverso un semplice esperimento: è sufficiente cercare su Google Trends parole chiave come Sustainable Development Goals, Green Deal o Esg per avere un’idea chiara dell’incremento di interesse su questi argomenti.

Per quanto riguarda il settore real estate e, in particolare, gli investimenti Esg (Environmental, social, governance), driver comune sono i protocolli volontari di sostenibilità, strumento cardine attraverso cui i grandi fondi immobiliari attestano la loro aderenza ai principi di responsabilità.

Sostenibilità sempre più centrale

Negli ultimi anni la certificazione Leed è diventata sempre più richiesta, perché è in grado di migliorare la qualità degli edifici e con essa il loro valore di mercato. Parallelamente a questa certificazione ce ne sono altre – BREEAM, WELL, Fitwel per citarne alcune – ognuna in grado di valorizzare la sostenibilità sotto sfaccettature specifiche.

Qualche anno fa, Lombardini22 ha iniziato a creare un “ecosistema in grado di digitalizzare l’ecosistema”.

Nel 2018, al Greenbuild Europe a Berlino, era stato quindi presentato con grande successo un caso studio di integrazione tra la progettazione BIM e la verifica dei requisiti della certificazione LEED. E’ stato poi interessante vedere, durante gli eventi di settore di questi ultimi anni, come altre realtà Real Estate si siano impegnate nello sviluppo di questi processi per “digitalizzare la sostenibilità”.‍

Questo ha stimolato Lombardini22 a ricercare continuamente nuove procedure e affinare gli strumenti per mettere a sistema le numerose competenze trasversali della propria, ampia community, per la creazione di progetti sempre più sostenibili.

Ruolo chiave è stato giocato dalla Business Unit L22 Engineering & Sustainability che, attraverso i suoi professionisti della sostenibilità (tra le cui fila si annoverano LEED AP, BREEAM Assessor, WELL AP, Fitwel Ambassador), è in grado di affrontare i diversi processi di certificazione e attività fortemente specialistiche come la modellazione energetica in regime dinamico, i Criteri Ambientali Minimi, CFD di precisione, Life Cycle Assessment, analisi della qualità dell’ambiente interno ecc.

L22 Engineering & Sustainability ha anche instaurato un costante percorso di ricerca e sviluppo insieme al BIM Team.
Il lavoro è stato quindi focalizzato nel valutare la rispondenze ai criteri della certificazione LEED, analizzando le informazioni contenute nei modelli BIM, con possibilità di ricevere degli alert in tempo reale durante il processo progettuale. Questa fase infatti, così affascinante per gli aspetti creativi ma anche delicata per le complessità di informazioni e prescrizioni a cui prestare attenzione, spinge ad affinare i processi collaborativi per ridurre al minimo le attività a poco valore aggiunto, mantenendo un pieno controllo di tutti gli aspetti della sostenibilità anche a fronte delle numerose modifiche ricorsive tipiche di un processo progettuale.

Una Dashboard a disposizione della sustainability consultancy

Il perfezionamento di questo processo di digitalizzazione della sostenibilità avviene per sequenza di progetti pilota, principio cardine della ricerca e sviluppo all’interno di Lombardini22.

Un recente importante impulso si è avuto in occasione del progetto di riqualificazione di un edificio direzionale nel centro di Milano, su cui è stato possibile procedere al calcolo di un numero di crediti del protocollo LEED BD+C pari a 58 punti su circa 80 perseguiti e portando l’edificio a puntare al livello Platinum.

Nell’ambito del progetto è stata realizzata una LEED-BIM Dashboard che riorganizza i dati esportati dai modelli BIM in una forma utile al loro monitoraggio in chiave LEED e al loro inserimento diretto nei calcolatori e nei form che devono essere inviati all’ente certificatore, il Green Building Council.

L’applicazione del BIM al processo di certificazione velocizza alcuni task ripetitivi a basso contenuto specialistico (estrapolazione di abachi quantità o dati urbanistici, etichettatura coerente, modellazione di locali sempre aggiornata).

Per esempio nel caso del credito Enhanced Indoor Air Quality Strategies è stato possibile attribuire una destinazione d’uso a ogni ambiente. Tramite apposito script di visual programming si è rilevato l’affollamento sulla base della modellazione del fit-out interno degli spazi e la portata di aria di mandata ed espulsione dei locali. I dati vengono poi esportati nella Dashboard dove si svolge la verifica automatica dei requisiti quantitativi di aria, in conformità alla normativa americana ASHRAE 62.1-2010, cui fa riferimento protocollo di sostenibilità.

Tale workflow consente di saltare il tradizionale processo CAD-based di definizione delle aree e l’etichettatura “manuale” dei locali. Beneficio ancora maggiore si ha nelle fasi in cui il progetto subisce delle modifiche, evitando tutte quelle attività di aggiornamento delle polilinee che definiscono gli ambienti, delle relative aree/etichette e del ricalcolo. Inoltre questo processo consente in modo pratico e automatico di valutare le portate d’aria dal modello BIM della disciplina HVAC, senza dover identificare i dati di progetto “a vista” partendo dalle tavole.

Un altro esempio di ottimizzazione è rappresentato dallo script in grado di generare i volumi dell’edificato circostante al progetto a partire dalla Carta Tecnica Regionale della Lombardia. La quantificazione del volume dell’edificato circostante al progetto in un raggio di 400 metri è funzionale al calcolo della cosiddetta Surrounding Density. Nella pratica corrente ottenere il volume dell’edificato circostante (funzionale al calcolo dell’area lorda degli edifici) è un’operazione di calcolo molto onerosa che richiede parecchi giorni di operazioni ripetitive e poco qualificate che si compongono di procedure manuali tra gli open data regionali, disegni cad e fogli di calcolo.

Il visual programming viene in aiuto consentendo di automatizzare di fatto tali operazioni, generando e quantificando in poco tempo i volumi e liberando gli esperti della sostenibilità nell’investire le loro competenze in attività a maggior valore aggiunto.

Il BIM come strumento cognitivo

L’attività del consulente di sostenibilità è complessa e riguarda più discipline, ricoprendo competenze che afferiscono al progettista e al project manager. Con il progettista condivide mansioni analitiche e progettuali relative al calcolo e verifica di requisiti tecnici specifici e valutazione di soluzioni. Con il project manager condivide il monitoraggio del processo nella rispondenza a determinati standard di qualità.

Per questo i benefici del processo digitale sono relativi alla fase operativa del calcolo dei crediti, ma anche e soprattutto a quelle attività di affiancamento della progettazione e di coordinamento tra tutti gli attori coinvolti (informare i progettisti dei requisiti, presiedere riunioni, sviluppare scenari, analizzare alternative, verificare la conformità, coerenza e completezza della documentazione).

Il BIM dunque come strumento cognitivo grazie alla sua caratteristica principale, ossia la coerenza tra il dato e la sua visualizzazione, facilita non solo il calcolo operativo, ma anche tutte le operazioni a corollario, di coordinamento e controllo, che in realtà sono il cuore dell’attività del LEED AP.

L’esperienza maturata in questi anni in Lombardini22 conduce dunque ad alcune riflessioni:
• i processi digitali esprimono al meglio le loro potenzialità quando sono inserite in un vero e proprio ecosistema sinergico: più specialisti ne adottano filosofia e strumenti, meglio funzionano;
• progetti sostenibili richiedono professionisti con competenze digitali in grado di intervenire in processi integrati per una visione onnicomprensiva di tutti i principi di responsabilità ambientale, economica e sociale;
• l’obiettivo non deve essere quello di rendere tutto automatico, ma di favorire ogni specialista nella più rapida e completa comprensione della complessità, tramite tecniche di visualizzazione del dato di cui i processi digitali possono farsi carico.

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