giovedì, Aprile 25, 2024

La Villa reale di Monza in pista per diventare sito Unesco

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L’ingresso della Regione Lombardia nella proprietà del Parco della Villa Reale di Monza, al fianco dei comuni di Monza e Milano, rappresenta una svolta importante per l’avvio di un processo di marketing territoriale che coinvolge non solo un territorio, ma un sistema di centri nevralgici all’interno della regione più ricca del panorama nazionale.

Nelle intenzioni del governatore uscente della Regione Lombardia c’è quello di candidare la Villa Reale e il Parco di Monza all’assegnazione del titolo di sito Unesco, in quanto il parco rappresenta un esempio di eccellenza europea sia per le dimensioni sia per il contesto di edifici storici che lo caratterizzano.

Lo scenario dei siti Unesco, infatti, anche se ricco sul piano nazionale (al 2017 erano 53 i siti Unesco in Italia) sembra mancare di uno degli esempi più importanti dell’architettura nazionale: la casa di campagna per il governatore della Lombardia – il principe austriaco Ferdinando – realizzata a partire dal 1777 dall’architetto Piermarini, rispondendo in modo eccellente alla richiesta della committenza di una dimore realizzata in modestia, funzionalità e per i “comodi” necessari.

All’interno del Parco di Monza, inoltre, si trovano anche la Villa Mirabello e l’autodromo: quest’ultimo potrebbe rappresentare il vero ostacolo all’assegnazione del riconoscimento. Considerato esclusivamente dal punto di vista della storicità della realizzazione l’autodromo realizzato negli anni venti e sede da circa un secolo del gran premio di Formula 1 rappresenta un esempio interessante di architettura del secolo scorso, votata ad una precisa funzione tanto da farne uno degli esemplari più interessanti nel campo dei templi dedicati alla velocità.

L’accordo di programma siglato solo alcuni giorni fa rappresenta la volontà della Regione Lombardia, nella figura del suo governatore e della sua squadra, di puntare anche su Monza per arricchire la visibilità della regione sullo scenario internazionale, come testimoniato dal ruolo che il governo regionale ha svolto nella querelle per il mantenimento della tappa italiana del Gran Prix a Monza.

Le cifre dell’accordo di programma sono importanti: 53 milioni di euro di cui i primi 23 milioni sono già stati destinati. I fondi saranno destinati alle seguenti opere:

  • il recupero totale della Villa Reale;
  • il restauro del secondo piano di Villa Mirabello con il recupero dell’appartamento del cardinale Durini;
  • la valorizzazione dell’autodromo e la realizzazione del Museo della Formula 1.
  • Inoltre, verranno restaurate le storiche portinerie del Parco (Monza, Villasanta, Vedano e Biassono) e verrà rimosso l’amianto dalle cascine che popolano il parco. Importanti opere verranno anche svolte sugli alberi monumentali, la messa in sicurezza del patrimonio arboreo e la riqualificazione dei viali alberati.

    L’operazione condivisa da tutti gli attori in campo non si caratterizza per colore politico, bensì per l’impegno di tutti i protagonisti nel valorizzare quello che il nostro territorio offre. La volontà comune stimola la compagine privata a farsi parte attiva per dare visibilità alle opere e ridare vita e lustro sia alla Villa che al Parco, grazie anche ad eventi ed esposizioni di livello internazionale.

    “Sfortunatamente” la felice condizione dei nostri territori ricchi di bellezza, fa sì che nel corso degli anni gli amministratori e la società civile non si siano “accorti” di quale giacimento di ricchezza e di popolarità ci si ritrovava sotto i piedi.

    L’operazione, in ogni caso, non si caratterizza solo come una pura e semplice azione di marketing territoriale, ma anche come volano per le imprese che operano sia nel campo del restauro che nell’ambito della cura del verde. La nicchia di mercato del restauro e della conservazione del patrimonio storico-culturale rappresenta, infatti, un’eccellenza per il settore italiano delle costruzioni che viene molto apprezzato all’estero e che può inoltre essere uno degli ambiti di attività dove applicare al meglio i metodi innovativi, quali il Building Information Modeling, che si stanno velocemente diffondendo nell’ambito dell’ambiente costruito.

    di Valentina Piuma – vai al blog virginialunare.it

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